La vendetta - Prima famiglia by Pietro Valsecchi

La vendetta - Prima famiglia by Pietro Valsecchi

autore:Pietro Valsecchi [Valsecchi, Pietro]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852077364
editore: MONDADORI
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


38

Quella stessa sera, in un’altra parte della città, davanti al negozio dell’ebreo, non c’era più nessuno. Era già chiuso, ma lui come sempre sarebbe uscito molto tardi, ora stava annotando su un quaderno l’incasso della giornata.

Poco distante, accostata al marciapiede, c’era la macchina di Sal. L’armeria si trovava nel Queens, ai confini con Brooklyn. Era questo il lavoretto che Sal aveva in mente appena uscito dal covo di Luciano: armarsi. E questa armeria dell’ebreo era stata scelta sia perché era una delle meglio fornite, sia perché era una delle più lontane dal loro quartiere.

«È vero che gira armato?» domandò Sal a Peppuccio, che era il più informato riguardo all’uomo e alla sua attività.

«Vero. È pericoloso, diffidente e subdolo.»

«A noi ci fa un baffo» disse Saro spocchioso.

«Ma è ancora più pericoloso» aggiunse Peppuccio, «quando è dentro al negozio, perché ha un fucile a pompa nascosto sotto il banco. E, in quanto al furto, manco a parlarne. Quando chiude bottega, il tipo serra tutto con inferriate impossibili da aprire senza far rumore.»

«Perciò il momento buono è adesso» disse Sal uscendo dalla macchina.

L’uomo era infatti di spalle e stava chiudendo a chiave la porta. Sal lo raggiunse prima che serrasse le inferriate. Gli arrivò accanto, gli poggiò sul fianco la pistola: «Ora tu stai zitto e riapri» disse in un sussurro.

L’uomo tentò di portare la mano verso la tasca ma la bocca della pistola premette contro la sua carne con troppa forza mentre Sal diceva: «Fai un’altra mossa e sei morto».

L’ebreo capì che il tipo non scherzava. Capì anche che nessuno sarebbe venuto in suo aiuto: il quartiere era deserto, c’era già freddo e la gente preferiva starsene a casa, e quelli che avevano qualche spicciolo da spendere o erano già andati al cinema, o se ne stavano nel retro di qualche caffè a giocarsi la paga della giornata.

Il vecchio aprì la porta a vetri del suo negozio. «Apri anche quella del retro» comandò Sal. L’ebreo ubbidì e fu dal retro che entrarono Saro e Peppuccio. Avevano il viso coperto da un fazzoletto e sacchi di juta nelle mani per riporvi la refurtiva.

«Chiudi la porta che dà sulla strada principale» ordinò quindi Sal all’uomo. Che dovette ubbidire.

«Legalo» disse Sal a Saro.

L’ebreo fu preso, legato e imbavagliato. Cercò di mugolare qualcosa ma Sal: «Piantala!» gli disse. «Continua così e ti buco il cervello.»

C’era una tale asprezza e una tale rabbia nella sua voce che l’ebreo si zittì. Sembrava fesso, anche vile, in realtà era un uomo dall’intelligenza sottile che dietro la botteguccia dimessa nascondeva un vero e proprio arsenale.

«Cercate i mitra e i fucili» ordinò Sal.

Ma Peppuccio era affascinato dalla vetrina dei coltelli: la guardava come avrebbe fatto un bambino davanti ai giocattoli che più desiderava.

«Svegliati, Peppe» lo rimproverò Sal, «dobbiamo sbrigarci.»

Peppuccio afferrò uno sgabello e lo sbatté contro una vetrina che andò in frantumi. Prese munizioni e fucili a pompa, Winchester M12 e Winchester M97, armi meravigliose che si divertì a caricare, sparando a vuoto.

Saro, dal canto suo, infranse la vetrina del bancone, prese le pistole: «Guarda qua» disse strabiliato a Sal.



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